ANNA MARIA ANGELINI CHIARVETTO
Uno stile distinguibile, anche se multiforme, che come filo conduttore, e massimo comun denominatore, è una rigorosa continua attenzione per il dettaglio che si configura per ogni voce rispondente alla fotocromia generale di ogni suo scatto. I suoi lavori confermano una personalità artistica portata ad indagare l'infinitamente piccolo, ovvero figure e oggetti minimi, con la loro importante presenza del particolare, e, con lo stesso riguardo, l'infinitamente grande, ovvero l'insieme della coreografia generale del tema cui allude e svolge; una specie di assemblaggio concettuale tra Les empires des lumières di Magritte e il club Silencio di Mulholland Drive di David Lynch. La sua tecnica elegante si avvale di una voluta incompletezza che nei suoi scatti porta a volgere lo sguardo oltre i bordi della fotografia cercando il completamento ideale di un'emozione rubata, cui parte resta fuori dall'inquadratura quasi per assecondare l'intrigante complicità del fruitore occasionale. Dal “caos” dell'inconscio di questa artista vera della foto-poesia si sprigiona il quid del suo sentire e sognare mentre scaturiscono intuizioni di forme e immagini provenienti dal corto circuito che si determina nell' incontro tra l'intiteriorità liberata, il flash dei pensieri laterali, e l' impatto con la mera e cruda realtà. In ogni sua opera, in ogni sua creazione, Anna Maria Angelini riesce a connettere la sua soggettività con la vita, compresa dal semplice quotidiano alla concezione del soprannaturale nelle sue forme più evidenti. Subentra in questo mistero da protagonista perchè se è vero com'vero che la vita è sinonimo e testimone di verità lei, come sincera spettatrice di se stessa, è autenticamente attestazione di una vita fondata e basata sull'intreccio culturale dell'arte e della poesia di cui è oltretutto magnifica, forbita e raffinata compositrice. Il suo vissuto situazionita è allora composto di molte vite; diverse e molteplici esperienze l'hanno accolta e invitata ad una sfida continua che ha saputo accettare per magari infrangersi in barriere per qualcuno insormontabili ma che lei, donna di grande tempra e ricca fantasia creativa ha saputo trasformare in tanti voli ariosi avvincenti e avventurosi che rimandano per attinenza a quelli del più ardito Chagall. I suoi lavori, i suoi scatti, anche quando emersi dalla più occulta e misteriosa intimità, si trasformano sempre in sinceri inviti a guardarsi dentro e di conseguenza ad accettare e amare anche la più convulsa delle nostre vite.
Gastone Ranieri Indoni, Urbis et Artis
VIAGGIO TRA SENSI ED ANIMA
Per l'autrice fotografare non è un semplice immortalare di avvenimenti e nulla più: è creare uno specchio dell'arte capace di cogliere la realtà nella sua magia effimera. [...] Fotografa e viaggiatrice la Angelini si identifica come indagatrice, scopritrice di quella ricchezza di sensi e significati, negati ai più, che sta celata dietro e all'interno dei fenomeni più decisamente apparenti. Nel suo "dire" coesistono la luce dell'invenzione e la scoperta di realtà imprevedibili, appannaggio dell'utopia e della ucronia. L'immateriale diventa tangibile. [...]Un lungo percorso, intenso, per fondere sensibilità e cultura tecnica e professionalità [...] ma è nella concentrazione che si ritrova costantemente l'artista, anzi la magia dell'artista, che vede oltre il visibile, anticipa l'attesa emozionale [...] e studia gli effetti della oniricità nella rappresentazione materiale, figurativa.
Giorgio Barberis, Corriere dell'Arte
I MACRO-FRAMMENTI-ASTRATTI DI ANNA MARIA ANGELINI CHIARVETTO
Colori accesi dalla luce, frammenti di immagini e sottili emozioni, caratterizzano le macrofotografie di A.M.A.C. In ogni "tavola" s'individua il senso di un discorso legato all'ambiente, alla suggestione di una natura colta con la Nikon 801 (obiettivo Sigma 35-135 mm), alla volontà di catturare e trasmettere l'essenzialità di una forma o di una lirica atmosfera. [...] Hanno preso consistenza le sue ricerche espressive, mentre la rappresentazione è approdata , all'astrattismo, a cromatiche pagine informali , a un continuo dialogo tra l'artista e la realtà circostante. Le fotografie esposte nella galleria di Anna Virando (tutte elaborate senza l'impiego del computer) raccontano di una profonda attenzione rivolta verso il rosso papavero, le piume d'uccello, i riflessi sull'acqua, che fissa con sensibilità e una subitanea intuizione.
Angelo Mistrangelo, critico d'arte de "La Stampa", Torino
In una precedente occasione ho avuto modo di definire la sperimentazione di Anna Maria come visione del "fuori di sé" attraverso un "TERZO OCCHIO", l'occhio della mente che trasforma l'oggetto dell'osservazione [...] in una sostanziale e reale visione delle proprie emozioni. [...] Le immagini che stiamo osservando non vanno alla casuale ricerca del bello psicologico, dei bei colori, anche se questi ci sono. Testimoniano l'emozione che coinvolge l'artista quando scopre segreti non percepibili alla consuetudine quotidiana, quando si sente esaltato dalle segrete cose che vivono in noi, ma che a noi sfuggono a causa della pigrizia. [...] Emozioni pure, non contaminate da abbellimenti che ne corrompono la più sostanziale esperienza emozionale. [...] Entrando nel profondo delle cose, nel microcosmo d'oggetti attivi sui sensi per consuetudine tramandata dalla tradizione ripetitiva ma lontani dalla vera trasmissione di interiorità spirituale.
Giuseppe Franzoso, critico
Un 'astratto materico naturale', di una dolcezza straordinaria, quasi un monocromatico rosa la cui trasparenza è tale da vedere, inglobata nello spessore, che solo la natura sa creare. È la magia di un'artista nata che vede oltre il visibile, che scrive poesie in ogni momento e che quando ha la macchina fotografica in mano, penetra nella natura e ne coglie la più intima bellezza, portando alla luce quel particolare che è la vita. E tu la senti e ammiri queste foto astratto-informali che, mentre suscitano le più intime emozioni, ti legano profondamente a sé.
Valter Fabbri, Corriere dell'Arte